Fater spa ha avviato la fase di sperimentazione della macchina per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati, in collaborazione con Contarina spa, presso la sede in Lovadina di Spresiano (TV), la società che si occupa della gestione dei rifiuti per i Consorzi Priula e TV3.
Lovadina di Spresiano (TV) 24.3.2015 - Fater spa ha avviato la fase di sperimentazione della macchina per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati, in collaborazione con Contarina spa, presso la sede in Lovadina di Spresiano (TV), la società che si occupa della gestione dei rifiuti per i Consorzi Priula e TV3.
La macchina di dimensioni industriali può servire una popolazione di 800.000 persone e trasformare in materie prime seconde fino a 8.000 di tonnellate annue di prodotti assorbenti per la persona rifiuto raccolti in maniera differenziata.
L’obiettivo della fase di sperimentazione a volumi industriali è raggiungere un livello ottimale di efficienza che possa confermare, anche su ampia scala, i dati attesi e i test effettuati. La fase di sperimentazione prevede la possibilità di operare fino a 1.500 tonnellate annue, così come da autorizzazione della Regione Veneto. Raggiunti i livelli attesi di efficienza, verrà richiesta autorizzazione all’attività ordinaria industriale.
Le potenzialità di sviluppo sono consistenti in considerazione di due fattori: 1) l’esistenza di raccolta differenziata specifica in Italia che copre già 7.000.000 di cittadini; 2) dichiarazioni di interesse da parte di Consorzi o Istituzioni appartenenti a 7 regioni italiane con i quali sono in corso approfondimenti e tavoli tecnici.
In Italia i prodotti assorbenti per la persona generano circa 900.000 tonnellate annue di rifiuto indifferenziato, pari a circa il 3% dei rifiuti solidi urbani, destinati a discarica (70%) o a incenerimento (30%). Eliminare tale rifiuto, attraverso il processo ideato e realizzato da Fater, genera un esito “carbon negative”. L’Istituto di ricerca ambientale Ambiente Italia, infatti, ha analizzato la fase di post uso del prodotto ed ha evidenziato come il riciclo eviti emissioni di CO2 in misura superiore a quelle generate dalla fase di raccolta segnando quindi un bilancio negativo (cioè di CO2 risparmiata) di – 17,7 kg di CO2 eq per tonnellata di pannolini.
In un Paese con scarse risorse naturali il processo di riciclo dei prodotti assorbenti potrà generare nuove materie prime seconde: da una tonnellata di rifiuto recuperiamo circa 500 chilogrammi di materie prime seconde costituite, separatamente, da 350 chilogrammi di cellulosa e 150 chilogrammi di plastica. Il complemento è costituito da umidità, trattata e poi smaltita nel rispetto delle norme.
Il progetto riciclo è nato in Fater nel 2009, ha già raggiunto importanti risultati: nel 2011 è stata realizzata la prima macchina sperimentale che ha dimostrato, a volumi crescenti, la possibilità del riciclo dei prodotti assorbenti per la persona; nel 2013 è stata realizzata la macchina industriale che ha capacità di 8.000 tonnellate annue (per poter servire fino a 800.000 cittadini), quella oggi pronta a partire presso Contarina spa; nel 2014 è stata finalizzata la macchina e verificata l’efficacia del processo anche con prove che hanno utilizzato prodotti usati.
Processo di Riciclo dei Prodotti Assorbenti per la persona usati
Ecco come funziona:
Presupposto alla base del sistema è che i prodotti usati (pannolini per bambini, assorbenti, e pannoloni di tutte le marche) vengano raccolti in maniera separata e conferiti presso lo stabilimento di Contarina;
Il processo tecnologico ha un sistema di stoccaggio chiuso in grado di contenere fino a 20 tonnellate di prodotti;
I rifiuti dal sistema di stoccaggio vengono trasferiti, attraverso un sistema di nastri trasportatori, nel cuore tecnologico del processo costituito da un autoclave;
I prodotti una volta alloggiati all’interno dell’autoclave, attraverso la forza del vapore a pressione e senza combustione, vengono aperti, sterilizzati e asciugati;
Completato il ciclo in autoclave, i prodotti passano alla fase di separazione: vengono dapprima triturati, quindi le loro componenti riciclabili separate meccanicamente attraverso un sistema meccanico a 3 stadi;
Le acque di processo vengono raccolte in apposita cisterna per poi essere opportunamente trattate prima di essere smaltite;
Le nuove materie prime seconde così ottenute sono plastica e cellulosa. Si tratta di materie prime seconde di elevato valore perchè (1) i prodotti assorbenti per la persona utilizzano plastiche e cellulosa di elevata qualità e (2) il processo tecnologico è stato pensato ad-hoc per avere degradazioni trascurabili della loro qualità;
Le plastiche che si ottengono dal processo sono poliolefine fortemente performanti e adatte ad essere utilizzate nei principali processi tipici della lavorazione della plastica. Queste sono, infatti, per duttilità, resistenza meccanica e colorabilità più vicine al comportamento dei polimeri vergini che alle normali plastiche da riciclo.
La frazione organico-cellulosica conserva caratteristiche di qualità anche dopo il processo, tanto da poter essere utilizzata per applicazioni ad alto valore aggiunto come ad esempio la produzione di prodotti assorbenti per animali domestici, carte di elevata qualità, prodotti tessili (viscosa e rayon), zuccheri, materiali refrattari.